Fino al 9 settembre 2018 il Real Albergo dei Poveri di Palermo ospita la Rober Capa Retrospective, una mostra fotografica dedicata al celebre reporter di guerra.
Nata nel 1947 da un’idea condivisa con William e Rita Vandivert, Maria Eisner ed altri rinomati fotografi e reporter del tempo, Magnum Photos è ancora oggi una delle agenzie fotografiche più importanti al mondo con sedi a Parigi, New York, Londra e Tokyo. Ungherese di nascita, Budapest 1913 Endre Erno Friedmann noto come Robert Capa, sposa molto presto l’ideologia comunista e per questo lascia prima l’Ungheria governata dalla destra estrema e successivamente la Germania scalata dal nazismo, per trasferirsi in Francia dove entra in contatto con figure influenti del giornalismo e della cultura.
Le 107 foto esposte al Real Albergo dei Poveri di Palermo, Capitale della Cultura 2018, ripercorrono la storia personale e collettiva di cinque conflitti bellici sui quali si è posato l’obiettivo di Capa. E’ il contesto della guerra civile spagnola (1936-1939) quello in cui realizza una delle fotografie più iconiche e discusse della storia, divenuta con il passare degli anni un manifesto contro gli orrori di tutte le guerre: la morte del miliziano lealista, Cordova 1936. Uno scatto drammatico e straordinario coglie istante in cui un proiettile di mitragliatrice colpisce a morte un soldato dell’esercito repubblicano. Per anni si è molto discusso sull’autenticità di questo scatto, correnti di pensiero contrapposte di chi ne sosteneva l’autenticità e chi la costruzione a tavolino si sono confrontate per anni senza arrivare ad una soluzione. Solo il ritrovamento nel 2013 di un’intervista rilasciata da Robert Capa ad un’emittente radiofonica, oltre a chiarire definitivamente la questione ha rivelato un aneddoto che aggiunge ulteriore suggestione a questa celebre fotografia. “Ero bloccato in una trincea in Andalusia con altri 20 soldati repubblicani mal equipaggiati ma molto determinati” dice Capa “la loro missione era assaltare un nido di mitragliatrici fasciste, ma ogni volta che qualcuno di loro provava anche solo ad uscire dalla trincea veniva falciato. Ricordo che ne moriva uno al minuto. L’unica possibilità di conquistare quella posizione era sfruttare la fase di ricarica dell’arma, così ogni volta che i mitraglieri nemici sostituivano il nastro delle munizioni della loro Mauser Maschinengewehr 42 di fabbricazione tedesca, i soldati lealisti uscivano dalla trincea lanciandosi in una corsa disperata in campo aperto saltando sopra i cadaveri dei loro commilitoni e verso la morte che arrivava puntuale con una pioggia di proiettili 7,92. Quando ho capito che sarebbe partito un altro assalto, ho tenuto la macchina fotografica sulla testa puntandola sul campo di battaglia. Alle prime raffiche, quando le pallottole hanno iniziato a fischiare ho iniziato a scattare senza guardare. Qualche settimana dopo ho sviluppato i rullini e li ho spediti insieme a tanti altri senza soffermarmi troppo sulle foto. Mesi dopo, rientrato in Francia ho scoperto di essere diventato famoso per una foto che non sapevo neppure di avere fatto.”
Temerario al limite dell’incoscienza, il freelance Capa documenta con la sua Leica, la guerra sino-giapponese, lo sbarco in Normandia, la liberazione dell’Italia dai nazifascisti e la riconquista di Parigi, ma anche la guerra arabo-israeliana e la prima guerra d’Indocina. Tra le 107 foto organizzate in 12 sezioni: Copenhagen 1932, Francia 1936-1939, Spagna 1936-1939, Cina 1938, Gran Bretagna e Nord Africa 1941 – 1943, Italia 1943 – 1944, Francia 1944, Germania 1945, Europa orientale 1947, Israele 1948-1950, Indocina 1954 è presente una sezione speciale dedicata alla ritrattistica contemporanea con soggetti illustri e appartenenti alla sfera delle sue amicizie come Truman Capote, John Huston, Gary Cooper, Ernest Hemingway, Ingrid Bergman, Pablo Picasso, Henri Matisse, John Steinbeck.
Del passaggio in Sicilia di Robert Capa restano alcuni documenti fotografici di straordinaria intensità. Una foto in particolare scattata il 6 agosto 1943 dopo la battaglia di Troina e successivamente pubblicata sulla rivista Life, ritrae un pastore mentre indica la direzione per Sperlinga ad un soldato americano. Arrivato ad Agrigento per fotografare la Valle Dei Templi Capa incontra per caso un giovane regista e sceneggiatore di opere teatrali con il quale assiste per caso ad un duello aereo tra un caccia americano ed uno tedesco. Solo dopo la guerra Andrea Camilleri, oggi scrittore italiano di successo, scoprì che quel giovane fotografo con il quale aveva trascorso una mattinata a conversare sotto il Tempio della Concordia era una celebrità della fotografia. La temerarietà e l’incoscienza di Robert Capa, il suo voler raccontare la guerra dal punto di vista di chi ne subisce la violenza, lo portano alla morte a causa di una mina sulla strada per Hanoi durante la prima guerra d’Indocina.
Robert Capa Retrospective, Real Albergo dei Poveri Palermo fino al 9 settembre 2018