I capolavori dei pre-raffaeliti, in mostra a Canberra
Lo sguardo assente, catatonico di chi si abbandona al nulla e sembra scoprire il tutto. Il corpo che se ne va, lungo la corrente. E un profluvio di simboli: il fiore del papavero, emblema del sonno eterno. Le ortiche a rappresentare i dolori passati. Un ramo di salice piangente, l’amore non corrisposto. Un dipinto che è simbolo di un’epoca, quella con cui il romanticismo, anche nelle isole britanniche, ha tentato di sfidare secoli di tradizioni.
E che consegna un capolavoro che, rappresentando una triste eroina shakespeariana, sa raccontare moltissimo dell’uomo moderno. L’Ofelia di John Everett Millais è forse il dipinto più noto del movimento preraffaellita. Forse solo un altro può arrivare a scalfirne la fama: si tratta della Lady of Shalott di John William Waterhouse. Anche in questo caso, la protagonista assoluta è una giovane donna, che ha l’aurea del mito dei cavalieri della tavola rotonda (rivisitato da un poeta romantico come Tennyson) e, allo stesso tempo, è circondata da un vasto assortimento di oggetti dal gusto modernista, accessori che sarebbero piaciuti ai poeti maledetti che in Francia, in quello stesso tempo, componevano i loro versi.
Per la prima volta, questi due quadri, insieme, abbandonano il Tate di Londra, tempio preraffaellita, per andare oltreoceano, direzione Australia. Saranno le “star” della nuova mostra che verrà realizzata alla National Gallery di Canberra: Love and Desire, iniziata il 14 dicembre e che si concluderà il 28 aprile 2019.
Comprensibile che, per l’occasione, gli “aussies” abbiano fatto le cose in grande. In tutto i visitatori potranno ammirare un’ottantina di opere, la metà delle quali arriva dal museo inglese. Alcune sono celeberrime, altre poco conosciute ma in grado di rivelarsi piccoli tesori.
Tra i gioielli è sicuramente da annoverare “The Awakening Coscience” di William Holman Hunt, ricchissimo spaccato borghese denso di dettagli, ricco di colori vividi che vanno dal turchese al magenta che raccontano un magico momento tra innamorati. Non può mancare, inoltre, un nome come quello di Dante Gabriel Rossetti, uno dei grandi teorici del movimento, con la sua provocatoria rivisitazione dei temi sacri, spogliati dai vincoli del razionalismo rinascimentale e riportati a un passato ameno.
Ecco quindi lo sposalizio tra San Giorgio e la principessa Sabra, oppure i temi danteschi, come il sogno del poeta alla morte di Beatrice, il tormento di Paola e Francesca da Rimini, o ancora il ciclo cavalleresco, con la tomba di re Artù in mezzo al bosco.
Completano la proposta della galleria nazionale, una piccola rassegna di design ante litteram: orditi di lana finemente decorata, ceramiche dal gusto liberty profondamente influenzate dall’arte inglese della seconda metà dell’Ottocento. Il risultato è un viaggio in un movimento di ribelli e rivoluzionari, che vennero stroncati dalla critica dell’epoca, con feroci recensioni sul Times e la stroncatura di eminenti intellettuali come Charles Dickens. L’autore di David Copperfiel giudicava le figure umane dei preraffaelliti semplicemente “brutte”, lontane dalla perfezione dell’arte accademica. E proprio in questo consisteva la sfida lanciata da Rossetti e gli altri: nel riportare al centro dell’arte la bellezza così com’è, semplicemente imperfetta.